Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto semplificazioni. Dal 1° Gennaio il governo cancella il Sistema di tracciabilità dei rifiuti istituito nel 2010, ma mai entrato veramente in funzione
Per approfondimenti: https://www.today.it/economia/decreto-semplificazioni.html
Ecco cos’era il sistri e perchè è nato
SISTRI è l’acronimo di Sistema di controllo della Tracciabilità dei Rifiuti: si tratta infatti di una piattaforma informatica nata con l’obiettivo di controllare e di tracciare la gestione, il trasporto e, in particolare, lo smaltimento dei rifiuti speciali su tutto il territorio nazionale (oltre che dei rifiuti urbani della Regione Campania).
Il sistema, nato grazie ad una iniziativa del Ministero dell’Ambiente ed entrato in vigore tra nel marzo del 2014, è gestito dall’Arma dei Carabinieri che ha il compito di curarne i processi e analizzare i flussi informativi che da essi derivano.
Come funziona e cosa sostituisce
Il sistema di controllo e tracciatura si caratterizza per l’utilizzo di due apparecchi elettronici:
- un trasponder (la cosiddetta black box), che deve essere installato sui mezzi di trasporto dedicati al trasferimento dei rifiuti e che consente di seguirne e tracciarne il percorso, permettendo all’occorrenza di tracciarlo;
- un dispositivo USB su cui viene registrato uno specifico software, protetto da presidi di sicurezza avanzati come la strong authentication e la firma digitale, nel quale sono registrati tutti i dati relativi ai rifiuti trasportati e che viaggia unitamente ad essi.
Tramite l’uso incrociato di queste due apparecchiature è stato possibile aggiornare (e, di fatto, sostituire) il sistema previgente che era basato su adempimenti di natura documentale che venivano svolti a livello cartaceo con la compilazione del Modello unico di dichiarazione ambientale (il cosiddetto MUD), del Registro di carico e scarico dei rifiuti e del Formulario di Identificazione dei Rifiuti (il FIR).
Costi e sanzioni
La partecipazione al sistema SISTRI richiede l’iscrizione online (sul sito internet www.sistri.it) e, successivamente, il rilascio dei dispositivi sopra menzionati.
All’atto dell’iscrizione, e poi annualmente entro il 30 aprile, il soggetto iscritto è tenuto al pagamento di un contributo il cui importo è articolato sulla base delle diverse attività svolte nelle singole unità locali dell’azienda. Tali importi sono dettagliati, caso per caso, nelle apposite pagine del sito internet www.sistri.it.
In caso di mancata iscrizione al sistema oppure di omesso pagamento del contributo annuale e, ancora, per omissioni o errori nell’imputazione dei dati nella procedura informatica, sono previste specifiche sanzioni, stabilite dal decreto legislativo n. 205 del 3 dicembre 2010.
Va comunque rilevato che, anche se il SISTRI è attivo da marzo 2014, l’irrogazione delle sanzioni è stata effettuata solo a partire dal primo gennaio 2016.
Controversie verificatesi durante l’implementazione del sistema
Il processo di costruzione e implementazione di SISTRI è stato caratterizzato da numerose traversie e rinvii. Si sono inoltre registrate svariate controversie relative sia all’aggiudicazione del progetto che ai costi connessi con la sua operatività.
In primo luogo, il decreto legislativo con cui il sistema veniva istituito prevedeva che l’assegnazione dell’appalto dovesse avvenire tramite gara con almeno sei partecipanti, cosa che non si è verificata. I ricorsi delle aziende escluse si sono risolti in un accordo con la società aggiudicataria.
Secondariamente, sono state mosse critiche rispetto ai prezzi pagati alla società appaltatrice, la Selex Service Management, specialmente per quanto riguarda il costo dei transponder. Gli apparecchi, distribuiti dalla società Viacom al costo di 35 euro l’anno, venivano infatti affittati al Ministero dell’Ambiente per 500 euro.
Inoltre, il contratto stipulato non prevede oneri di alcun tipo per la società appaltatrice nel caso in cui il sistema non fosse risultato funzionante.
Altro elemento di contesa è stato rappresentato dai continui rinvii della partenza del sistema, fino al 2014, mentre le aziende del settore già dal 2010 versavano il contributo previsto; anche Confindustria, in una comunicazione del 2012, è intervenuta sul tema.
Da ultimo, sempre nel 2012, è stato presentato il progetto SETRI che si proponeva come alternativo al sistema SISTRI. In realtà, neanche SETRI è risultato soddisfacente per le esigenze delle aziende utenti.